SI PUO’ FARE DI PIU’ E MEGLIO

SI PUO’ FARE DI PIU’ E MEGLIO
Ilaria Arcuri

E` difficile esprimere il proprio sentire, soprattutto iniziale, quando arrivi in un luogo, che non conosci bene, dove sai che ci sono molte cose da fare nel tuo limitato tempo di soggiorno e contemporaneamente dove sei un ospite, in un’altra cultura; l’entusiasmo e la voglia di fare sono altissimi e nello stesso tempo non vuoi rischiare di risultare invadente. Quindi inizi ad osservare ed aiutare ad accudire i bambini, a mantenere ordine e pulizia. Poi a poco a poco inizi a fare il tuo lavoro, quello di nutrizionista: stendere i piani alimentari utilizzando gli alimenti locali, calcolare la previsione dei costi pasto, calcolare i fabbisogni nutrizionali ed i quantitativi delle formule di recupero nutrizionale da utilizzare per ogni bambino; stendere le regole di igiene ambientale ed alimentare e adoperarsi per la loro applicazione, monitorare i progressi dei bambini reclutati con la compilazione dei moduli preposti dal centro della salute. Aiutare e supportare la cuoca nell’allestimento pasti per quanto riguarda la qualità e l’igiene alimentare, i metodi di cottura, l’inventario, la spesa per il cibo. Monitorare l’adeguatezza dell’applicazione di tutto quanto sopra descritto.

Tutto questo prevede l’organizzazione e la cooperazione di una squadra ben coordinata e, all’inizio dello sviluppo di un progetto, le risorse e le difficoltà anche di interazione e comunicazione non mancano.

Tuttavia gli sforzi vengono compensati dai momenti felici nel vedere i bambini recuperare, tornare loro il sorriso, le forze di giocare. Un grande esempio ed insegnamento sono state le suore della Ciudad che nonostante tutte le difficoltà e restrizioni, con la loro umiltà, passione, dedizione e con la loro solarità riescono ad infonderti un grande senso di serenità e forza nel perseverare.

La città della felicità è davvero un luogo dove i bambini accolti tornano ad essere sereni e felici. Le suore non gli fanno mancare momenti di gioia ed allegria non lasciandosi sfuggire occasioni di condivisione di ogni ricorrenza e farli sentire parte di una grande famiglia. Mi ricordo il giorno del compleanno della stessa Ciudad de la Felicidad quando al mattino alle 4:00 mi svegliò la musica di una band chiamata per l’evento e mi trovai alle 5 in una piazzola con tutti, suore e bambini, a festeggiare.

Non sono mancati i momenti di svago e di scoperta di parti del Guatemala grazie a Madre Silvia, donna di una grande umanità e perspicacia con una solarità inebriante. Visitare le rovine di Caban in Honduras mi ha fatto rendere conto, durante il viaggio, di come gruppi di persone vivono tra le montagne dove non c’è nulla.

Ho trascorso anche qualche giorno nella zona caraibica del Guatemala dove ho vissuto la gentilezza e la generosità di persone che, nonostante le loro condizioni di vita, non hanno perso i veri valori della vita.

Ho potuto anche qui osservare quelle che sono le concause e conseguenze della povertà in Guatemala: analfabetismo diffuso, mancanza di lavoro, mancanza di un vero senso dell’igiene in tutte le sue forme, mancanza di gestione dei rifiuti con inquinamento urbano e dell’aria (per combustione anche di plastiche), mancanza di risorse finanziarie da parte del servizio sanitario.

Non posso dimenticare lo sguardo in quegli occhi incontrati, dolci e pacati, che esprimono il dolore delle cose per le quali non possiamo immaginare eppure la dolcezza e la tenerezza di un bambino che vuole crescere.

Grazie a la Ciudad De La Felicidad per la calda e festale ospitalità e a Nutrizionisti senza Frontiere, in particolare Veronica, che mi hanno dato l’opportunità di vivere questa grande esperienza di vita.

Non dimenticherò il viso e gli sguardi dei bambini al loro ingresso al CNR, tristi, spenti e soffrenti e di come nell’arco di poche settimane si sono trasformati in visi sereni, sorridenti, gioiosi con tanta voglia di crescere e conoscere.

Ricorderò la piccola Norma e Jennifer di poche settimane, con le loro mamme che sono riuscite a riprendere ad allattarle; Neli con sua sorella Wilma che le ha fatto da mamma durante il soggiorno, Rodrigo, Maria Cristina e le loro famiglie. Auguro a tutti loro di continuare a crescere in salute e che, attraverso questo progetto si consolidi anche il sistema di monitoraggio post recupero.

E non potrò mai dimenticare la piccola Meliza, rimasta orfana di madre proprio durante il mio soggiorno: mi hai insegnato un po’ a fare la mamma. Era una gioia accudirti, insegnarti a camminare, vedere il tuo sguardo sorridere e le tue braccia aprirsi verso di me quando entravo al centro… e quanto ti arrabbiavi se non ti potevo tenere sempre in braccio!!! Nonostante il recupero, una complicazione non diagnosticata o una fatalità, ti ha portata in cielo dalla tua mamma, ormai quasi due mesi fa. Non ti dimenticherò piccola!

E allora per chi arriverà e per chi non c’è più, si può e si deve fare di più e meglio!

Ovunque si va in questa Terra si può trovare casa, accoglienza, accettazione, gioia e amore come ho trovato alla Ciudad de la Felicidad ?

Ilaria

nutrizionisti-senza-frontiere-testimone-di-emozioni-malnutrizione-guatemala

Gennaio 2017
Esquipulas – Guatemala

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